Appunti Provvisori sulla Storia della Foto-Terapia (Introduzione) La Foto-Terapia, ancora oggi, non si costituisce come una disciplina autonoma, che prevede un percorso formativo specifico, basato su un corpus teorico solido articolato e ampiamente condiviso. Per questa ragione sarebbe più corretto, a mio avviso, parlare di preistoria della Fototerapia, nonostante il grande numero di tesi, articoli e libri che trattano dell’utilizzo della fotografia in terapia e come terapia. Questo breve saggio, molto parziale e limitato, non ha la pretensione di essere un esaustivo resoconto storico sull’utilizzo della fotografia come strumento terapeutico, formativo e riabilitativo, sebbene consideri che una ricerca di questo genere sarebbe molto utile e importante per aiutare a capire meglio le potenzialità della fotografia come mezzo di esplorazione e di trasformazione di sé. La finalità principale di questo testo è semplicemente di contestualizzare storicamente gli interventi di Fototerapia di Ayres Marques. Concentrerò la mia attenzione su tre momenti di questa preistoria: 1. la “nascita” della Fototerapia nella seconda metà dell’800 2. gli anni 70’ e 80’ del 900, con particolar enfasi sulle riflessioni e sui progetti messi in pratica dalla fotografa, scrittrice e animatrice socioculturale, la outsider Jo Spence, pioniera della Fototerapia Moderna. La sua storia e la sua modalità di ricerca e di attuazione rappresentano quel filone della Fototerapia al quale faccio riferimento. 3. il presente, prendendo in considerazione prevalentemente gli interventi di Ayres Marques all’interno del Gruppo di Ricerca sulla Foto-Terapia (GRIFO) e del Master in Comunicazione e Linguaggi non Verbali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. |
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